Intuizione e sperimentazione.
Prima di essere un progetto, una strategia o un risultato concreto, la tua idea è stata un’intuizione. Saperla ascoltare fa la differenza: accorcia i tempi, riduce la fatica, aiuta a mettere al centro l’originalità della proposta.
Anche se moltissime decisioni importanti che prendiamo tutti i giorni seguono l’intuito, soprattutto al lavoro, è un approccio considerato politicamente scorretto.
Siamo abituati a pensare che le buone decisioni si prendono sulla base di dati tangibili e analisi minuziose: dare retta all’intuizione ci fa sentire insicuri e criticabili, senza pezze giustificative in caso di errore.
In realtà non sappiamo che scartando o negando l’intuizione, gettiamo un’innumerevole quantità di dati e di analisi approfondite. E con loro la possibilità di fare la differenza
L’intuito è frutto della nostra intera esperienza, delle informazioni preziose raccolte in forma conscia e inconscia, immagazzinate nella nostra mente si combinano per produrre nuova informazione. E’ la memoria che produce decisioni future.
Non si può dire che una scelta razionale, basata sulla logica, sia migliore o peggiore di una fondata sull’intuito. Come sempre, dipende! Se ci troviamo in una situazione ad alta prevedibilità, ponderare la scelta sui dati favorevoli e contrari può essere preferibile. Quando si tratta di immaginare o anticipare nuovi scenari, l’intuito diventa una risorsa straordinariamente preziosa, un tipo di dato da integrare, meno scontato e più interessante rispetto a quelli accessibili a tutti.
L’intuizione è la capacità di conoscere qualcosa in modo immediato e diretto, una conoscenza che appare con evidenza senza un ragionamento analitico, coprendo la distanza tra ciò che sappiamo di sapere e ciò che ancora non è pienamente disponibile alla coscienza. In qualche modo, l’intuito è il ponte che collega l’istinto e la ragione.
Sapere cos’è e come funziona, rimanere in ascolto del suo canto… non è tutto. E’ una voce che va interpretata, parla attraverso le emozioni, ci guida in uno spazio introspettivo, ci accompagna a riconoscere l’essenza delle cose e delle persone.
Passare del tempo da soli per entrare in contatto con le proprie sensazioni o annotare le intuizioni su un diario per non perderle tra i mille pensieri del quotidiano sono buone pratiche per prendere confidenza con questa abilità.
La cosa più importante di tutte è mettere a tacere il critico interiore. E’ una delle nostre voci interne, il primo antagonista dell’intuizione, che esaspera la logica facendone l’unica via. Cercando disperatamente di proteggerci dal fallimento, inibisce ogni passo incerto, ogni presa di rischio, ogni possibilità di esplorazione. A volte ci “impone” di percorrere strade nuove con vecchie modalità, portandoci nello stesso posto di sempre.
Coltivare l’intuito significa fare spazio alla cultura dell’errore piuttosto che a quella del giudizio, aprire alla sperimentazione invece che restare incollati alla ripetizione e al perfezionismo.
L’intuizione che arriva può essere un canto dirompente dell’innovazione o un suggerimento sottile: si tratta di dare fiducia a qualcosa che ancora non è traducibile in fatti concreti, a volte non è nemmeno spiegabile con le parole.
Non ci sono protocolli da seguire, si tratta di fare esperienza, personale e collettiva, di un modo differente di vivere le cose, capace di portarci fuori da emozioni come la vergogna, il senso di colpa, la frustrazione, collegate alla paura del fallimento, e imparare a fare leva sulla fiducia come punto di riferimento interno, come giardino in cui l’intuizione può fiorire.
La mente intuitiva è un regalo sacro e la mente razionale è un servitore fedele.
Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il regalo.
Albert Einstein
Se vuoi risvegliare il tuo l’intuito o costruire insieme al tuo team e per la tua organizzazione un ambiente in cui c’è una sana cultura dell’errore, adatta alla sperimentazione di nuove possibilità, nuovi prodotti e modelli di lavoro, fissa un incontro gratuito.
In un ambiente giudicante il possibile errore diventa probabile fallimento.
Il rischio che vogliamo annullare diventa difficoltà nelle scelte, stallo decisionale, bisogno continuo di maggiori informazioni, maggiori valutazioni, maggiore tempo. E le intuizioni diventano facilmente considerazioni mediocri, perdendo la loro spinta.
Imparare a riconoscere e coltivare le intuizioni, ci permette di tenerne conto come di una risorsa preziosa, capace di offrire soluzioni chiare anche a problemi complessi.